L a n o s t r a S t o r i a

“Per fare un vino ci vuole la vita di una persona”.
Questa frase l’ho sentita ripetere più volte da mio papà, ogni volta che chiacchieriamo davanti ad
una bottiglia di qualche vecchia annata, ogni volta che si parla di un vigneto da impiantare o di un
nuovo vino da imbottigliare. Qualche tempo fa lessi una frase che mi lasciò davvero colpito “una
società cresce e diventa grande quando gli anziani piantano alberi alla cui ombra sanno che non si
potranno mai sedere” un concetto molto forte davanti al quale, in mia modesta opinione, si
rispecchia molto il lavoro di un viticoltore. Oggi si impianta un vigneto, tra qualche anno se ne trae
il primo frutto e tra venti o trenta si capisce se era un buon posto o meno per accogliere le viti.

La nostra storia

P e r f a r e u n v i n o c i v u o l e l a v i t a d i u n a p e r s o n a

820-min
AWARDS

I t a l y ' s M o s t R e c o g n i z e d W i n e r y

crafts people

M e e t O u r K e y P e o p l e

Bruno Rossi

Founder & Owner

Fillipe Moratti

Executive Director

Agatha Rossi

Senior Winemaker

Ella Campo

Viticulture Manager

Milestones

O v e r F i v e D e c a d e s o f H i s t o r y

L e s t o r i e d i u o m i n i , d i f a m i g l i e e g e n e r a z i o n i r a c c o l t e i n u n c a l i c e .

1981 - 1991

Mio nonno Giuseppe acquista alcuni terreni e realizza un’importante struttura che inizialmente era stata pensata per ospitare un allevamento, attività svolta da sempre dalla famiglia.
Tuttavia la struttura non era adatta ad accogliere un allevamento “gli animali devono crescere all’aperto” così ha sempre detto mio papà, ed è proprio lui a trasformare la principale attività di famiglia in quella odierna di produzione di vini.

1993 - 1994

Tutto nasce un po’ per caso, mio papà Pasqualino dentro il garage di casa insieme ad altri si raccoglie di sera per frequentare un corso di enologia promosso dalla provincia di Avellino.
All’ora le uve che si producevano venivano in parte conferite e in parte vinificate per vendita locale, non c’era ancora l’idea di produrre vini da imbottigliamento. Uno dei clienti storici smette di acquistare le uve e così Pasqualino, anche in virtù del corso frequentato, decide di vinificare per la prima volta quelle uve ormai rimaste invendute.
Quella che all’ora non era ancora la cantina Di Prisco aveva due ettari di vigneto volti alla coltivazione di Trebbiano uno di quei vitigni che si impiantava per via della sua resa, ma a Pasqualino piace l’idea di produrre vini autoctono per valorizzare a pieno il territorio, così inizialmente quel vigneto di Trebbiano viene innestato con del Fiano di Avellino, il risultato piace e dopo qualche anno il vigneto iniziale viene espiantato e reimpiantato, questa volta direttamente a Fiano andando ad eliminare quelle che potevano essere le problematiche dell’innesto nel tempo.

1997

Si aggiungono nuovi impianti di Aglianico e Greco di Tufo che insieme alla Coda di Volpe andranno a raccogliere tutte le etichette prodotte dalla cantina Di Prisco. L’indole di Pasqualino tuttavia è per la produzione dei rossi e nel ’97 va in bottiglia la prima annata di Taurasi, un anno importante, che sancisce l’inizio della produzione di grandi vini da invecchiamento.

1999

Va in bottiglia la prima annata di Greco Di Tufo, dalle vigne di Montefusco il comune più alto dell’areale della DOCG, uno dei vini bianchi più longevi che diventerà negli anni segno distintivo della cantina Di Prisco.

2005

Ben prima dell’introduzione della riserva nel disciplinare di produzione, Pasqualino aveva intuito le capacità d’invecchiamento del Greco. Viene imbottigliata una selezione di uve da singola vigna, il “Pietra Rosa” che con un riposo più lungo sulle fecce fini esprime ancor di più le caratteristiche sensoriali del Greco. Il vigneto di Montefusco ne è la culla, la parte più alta dello stesso viene selezionata e vinificata separatamente.

2010-2012

In Irpinia, c’è un forte amore per la terra generazioni e generazioni ne hanno tratto il frutto e hanno vissuto di essa. Fontanarosa, in particolare, è sempre stato rinomato per la tradizione di lavorazione della pietra e infatti tutto il comune si può definire una cava a cielo aperto essendo il sottosuolo formato in parte da quella che è chiamata “Breccia Irpina” un tipo di roccia di origini calcaree.
A pochi passi dalla cantina viene impiantato un nuovo vigneto di Aglianico e nella fase di pulizia del terreno vengono trovati grandi massi di questa breccia.
C’è stata sempre l’idea di realizzare una cantina in pietra e già nei primi anni il Taurasi veniva affinato in una cantina del 1800 già esistente all’interno di un vecchio casale di proprietà della famiglia.
Così i massi di pietra rinvenuti nel vigneto vengono lavorati, il vecchio casale recuperato e viene costruita quella che oggi è la bottaia dedicata all’affinamento dei vini. Un’idea un po’ romantica, il Taurasi riposa in una struttura fatta di pietre che giacevano sotto il vigneto di Aglianico.

2014

La ricerca di terreni vocati alla coltivazione della vite non termina mai e così nasce una seconda selezione di bianco il “Vigna Rotole” dal vitigno Fiano. Dopo anni di sperimentazioni nei terreni sabbiosi adiacenti alla cantina, questo vino da singola vigna esprime tutte le potenzialità del Fiano nonostante sia situato al di fuori dell’areale della DOCG.

2015-2020

Negli anni la cantina Di Prisco ha cambiato il suo stile di vinificazione sia per quanto riguarda i bianchi sia per i rossi. Infatti i rossi che prima venivano affinati in barrique ora fanno solo botte grande, mentre i bianchi essendo di collina vengono affinati almeno due anni in modo tale da esaltare ancora di più la loro struttura e le caratteristiche peculiari che questi terreni ci regalano.
Si è voluta dare un’identità a tutti i vini, infatti oggi si vinifica solo da singolo vigneto, andando ad evidenziare la grandezza e l’importanza di un territorio ricco e diverso allo stesso tempo che da qualità e caratteristiche singolari a tutti i vini.

sustainability

M i n d f u l n e s s o f t h e E n v i r o n m e n t

As part of the agricultural industry, we fully depend on our surrounding, just as it depends on us. That’s why we grow our produce organically and sustainably. Over the past decades the carbon footprint of the winery has been positive, which is something we’re really proud of.

As part of the agricultural industry, we fully depend on our surrounding, just as it depends on us. That’s why we grow our produce organically and sustainably. Over the past decades the carbon footprint of the winery has been positive, which is something we’re really proud of.